Nei genitori con figli ormai grandi, che stanno affrontando il passaggio dalla scuola al mondo lavorativo, c’è spesso la preoccupazione di non sapere bene cosa aspettarsi. C’è il timore di possibili pericoli e disagi, e soprattutto la certezza che i nuovi operatori difficilmente avranno avuto esperienze con questa sindrome e quindi saranno adeguatamente informati e preparati per la presa in carico.
I ragazzi e ragazze crescono e attraversano le fasi dell’adolescenza nella maggioranza dei casi possono aspirare alla realizzazione di quell’autonomia che li porta ad affrontare, pur in ambienti e contesti protetti, nuove relazioni e nuovi compiti con una responsabilità anche personale. Lasciano in effetti la dimensione del bambino per provare a credere in quella dell’adulto. Hanno aspirazioni, desideri e aspettative sul domani che vanno accolte e ascoltate.
In questa prospettiva si sta sempre più consolidando la collaborazione tra la psicologa dell’associazione e i referenti che si occupano di formazione e inserimento lavorativo dei disabili in cooperative sociali e altre sedi, come sempre grazie all’intermediazione e spesso con la partecipazione delle famiglie stesse. Sono occasioni importanti che permettono di vedere, ascoltare e confrontare punti di vista e esperienze diverse.
La sfida è quella di trovare un linguaggio comune che, partendo da propositi condivisi, attivi una buona sinergia tra famiglie, operatori e ragazzi, efficace per il benessere di tutti gli attori coinvolti.
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